Se questo è giornalismo

Oggi volevo continuare con la “trilogia del martirio”, ma nuovi ed importanti fatti meritano di essere esaminati e criticati nel dettaglio. Sto parlando del vergognoso, oltreché illegale ed immorale, tentativo di un famoso giornale nazionale (di cui non riporto il nome per non fargli pubblicità che non merita) di screditare la Chiesa gettando fango sui cattolici con l’ausilio di “false” Confessioni e con il supporto di pretenziosi (e venefici) interventi, tutti volti a mostrare la Sposa del Cristo come un’istituzione arcaica e confusa che deve aggiornarsi come vogliono loro. Spero però di essere perdonato se, prima di affrontare questo discorso, farò un paio di premesse.

Anzitutto, purtroppo è vero che una percentuale consistente (non dico la maggior parte, ma un numero affatto irrilevante sì) dei sacerdoti, dei vescovi e, più in generale, del clero cattolico ha delle proprie idee riguardo quali parti, se e quando seguire la Santa Dottrina, idee che spesso sfociano nell’aperta eresia e nello scisma (come dimostrano i fatti e le richieste delle purulente Conferenze Episcopali d’Oltralpe). Quindi non mi scandalizzo affatto se certi sacerdoti danno nel confessionale consigli ambigui o, nel migliore dei casi, risibili: sono figli dei seminari post sessantottini, in cui il protestantesimo viene presentato come il culmine della perfezione cristiana a cui aspirare, in cui i sacramenti e la Santa Dottrina sono dei meri accessori della salvezza (se non delle mere scocciature da abolire il prima possibile) e, magari, che sia anche una sciocchezza da poco credere o meno nella reale esistenza del Cristo. Non è colpa loro, è colpa di chi doveva vigilare e tirarli su nel modo migliore, e diciamocelo francamente non è neanche colpa del Concilio Vaticano II: la diffusione di pensieri e concetti eterodossi (se non per niente cattolici, o persino dichiaratamente anticristici) tra i ministri ordinati non è iniziata nel 1963, bensì proviene da eresie ed eretici mai sopiti e che covavano sotto le ceneri, talvolta nemmeno troppo ben mimetizzati all’interno della stessa Sposa del Cristo, aspettando il momento propizio non solo per mostrarsi a viso aperto ma anche per poter finalmente, dopo anni se non decenni di sotterfugi, prendere il potere nella Chiesa, anche contro l’espressa volontà dei Papi. E se i ministri ordinati in quanto ad amor di Dio e zelo apostolico non se la passano (nel complesso) bene, figuriamoci i laici: peggio che andar di notte.

In secundis, è chiaro che non si può chiedere a chi nasce tondo di morire quadrato: sto parlando di buona parte dei giornalisti italiani. Gente che, con poche lodevolissime eccezioni, ha passato gli ultimi anni non a condurre inchieste e a riportare i fatti, insomma a svolgere il servizio d’informazione che dovrebbero effettuare per lavoro, bensì a spargere veleno ed interpretazioni dei fatti, non solo contro la Chiesa ma anche contro politici di schieramenti “non graditi”, quando non apertamente odiati. Gente che non lasciava le opinioni agli editoriali ed ai commenti di (a volte presunti, nel migliore dei casi di parte) esperti, o che perlomeno aveva la buona creanza di celarle nell’esposizione degli articoli, macché: partigiani che si trastullavano nel mettere in ridicolo gli oppositori politici, religiosi e sociali, obbedendo alle direttive di questo e quel partito, con l’appoggio neppure troppo nascosto di esponenti e personaggi pubblici appartenenti a determinati schieramenti politici. E se pensate che io stia pensando anche a quotidiani come “Il Fatto Quotidiano” e a quelli del gruppo “L’Espresso” non vi sbagliate, perché è esattamente così.

Fatte queste premesse, però, ora si è realmente toccato il fondo: chiariamoci, non è una novità il dileggio della Chiesa e, soprattutto, dei Suoi ministri e dei Suoi sacramenti, “false” Confessioni sono state riportate anche altrove ed in altri Paesi e l’uso della macchina del fango mediatico per i propri scopi è ormai uno schifoso vizio incancrenito un po’ ovunque; ma ciò non toglie che si tratti di una vigliacca e fasulla operazione commerciale, utile da una parte a vendere più copie dei propri “quotidiani” (dato che non riportano notizie bensì opinioni, non vedo perché non virgolettare questo termine) e dall’altra a propagandare le false e bugiarde idee dei propri protettori politici, religiosi (o irreligiosi che dir si voglia) e sociali. Sto parlando, ovviamente, delle oscene “false” Confessioni pubblicate su quel famoso giornale nazionale che accennavo prima. Lo “schieramento” delle pagine contenenti questa “inchiesta”, che di inchiesta giornalistica non ha nulla ma soltanto della più becera propaganda anticattolica, si presentava così: prima una pagina con le solite sviolinate al Pontefice ed alle sue (vere o presunte) riforme, con commento velenoso e fintamente pietistico (quando non apertamente aggressivo) al fianco, poi “falsa” Confessione nella pagina dopo con, ovviamente, altro commento velenoso, quale quello di un divorziato “risposato” ad esempio. Tralasciando il fatto che io, anche cercandole col lanternino, queste file di gay, di divorziati “risposati” e di conviventi che, poveri piccini, vorrebbero ma non possono accedere alla Santa Comunione, e che pertanto sono costretti ad attendere fuori gementi in attesa che la Chiesa cattiva cattiva apra, oltre alle braccia, pure le gambe, non le ho mai viste, tanto da farmi credere fortemente che non si trattino di un “problema” reale (e non lo sono, dato che la Santa Dottrina è chiarissima in merito) ma soltanto di un escamotage politico di una certa parte, progressista quando non apertamente protestante ed eretica, che martella sia all’interno che all’esterno della Sposa del Cristo, ma in ogni caso come si fa non solo a dare credito a costoro, che non vogliono adeguare sé stessi alla Chiesa ma adeguare la Chiesa a sé stessi nel timore che questa abbia ragione sul loro conto, ma anche a cadere così in basso da pubblicare delle “false” Confessioni per cercare di denigrare i cattolici? A parte il fatto che potrebbe tutto essere tranquillamente falso per quanto ne sappiamo, dato che il sacerdote non può (per ovvi motivi) violare a sua volta il segreto confessionale, ma quanto bisogna essere squallidi per usare questi mezzucci per cercare di dare contro alla Chiesa? Quanto bisogna essere vili per scendere così in basso?

Ormai svanita la possibilità di argomentare le proprie posizioni anticristiche (argomentazioni per loro stessa natura irrazionali, dato che rifiutando Dio si finisce col rifiutare la logica; ma non è questa la sede per discuterne), i soliti laicisti della domenica si riducono sulle solite posizioni: il sacrilegio e la blasfemia. Non voglio affatto, ora, mettermi a fare paragoni con l’Islam (e, soprattutto, esponendo perché tali “giornalisti” non avrebbero mai osato trattare questi ultimi come fanno coi cattolici): sono sempre forme di populismo e di vittimismo che non mi appartengono. Però, è un fatto che quando si tratta di dare addosso alla Cattolica nessuno si senta mai in dovere di chiedere scusa, di ammetter i propri errori: dalla giornalista cattolica (“adulta”, è chiaro) che ha condotto le “finte” (che finte non sono, bensì sacrileghe) Confessioni al suo capo che l’ha spinta a compiere questo schifo, tutti si sono sentiti in dovere di difendersi, ma nessuno ha voluto scusarsi, nemmeno ipocritamente come solo i laicisti sanno fare.

E questo mi spinge a chiedere: fino a quando dovremo tollerare tutto ciò? Soprattutto, fino a quando i vertici della Chiesa taceranno riguardo a questi avvenimenti? E’ avvenuto un sacrilegio in piena regola, con l’aggravante dell’impugnare la Verità rivelata contro la Sposa del Cristo, però nessuno ha osato parlare, ad eccezione dell’encomiabile card. Caffarra; è questa la concezione di misericordia oggi imperante, un buonismo senza se e senza ma che non osa opporsi neppure alle offese più dirette e palesi a Nostro Signore?

Dobbiamo smetterla di comportarci da agnellini: dobbiamo prendere e cominciare a protestare, anche e sopratutto in sede legale. Deve essere, certamente, comunicato a tutti i coinvolti (anche e soprattutto alla giornalista responsabile , che si vanta di essere “cattolica adulta”) che sono scomunicati latae sententiae, però questo da solo non basta: devono essere denunciati per un procedimento penale per diffamazione, oltraggio al pubblico pudore e vilipendio alla religione, nonché all’Ordine dei Giornalisti per violazione del codice deontologico. A questa gente, mettendo da parte coloro che scambiano l’assenza di testicoli per mitezza e per misericordia l’assenza di fede, non deve essere permesso di offendere Nostro Signore impunemente: perché, se noi cattolici dobbiamo perdonare le offese dirette a noi, non dobbiamo per questo scusare quelle rivolte al Cristo